seminario "con gli occhi di un altro - fotografia e storie personali

 Seminario

Buongiorno a tutti e ben tornati sul mio blog.

Oggi torno per parlarvi di un seminario molto interessante che è stato proposto a molti studenti in tutta Italia e al quale io e la mia classe abbiamo avuto il piacere di partecipare.

Questa mattina 23 gennaio tutta la mia classe, ovviamente individualmente e in sicurezza da casa, alcuni seminari, nel totale ne sono stati organizzati 6, ma dai nostri professori ne sono stati consigliati 3: “Con gli occhi di un altro - Fotografia e storie personali” , “Il suono delle immagini – Video-making per il sociale”“Navigare i sogni – Dalla sceneggiatura al cortometraggio” tenuti dalla IUSVE che abbiamo potuto visualizzare ovviamente online, prima con una introduzione su youtube dalla durata di circa 30 minuti ed in seguito ci siamo divisi nei vari workshop su zoom che è durata qualche ora, tutto questo era incentrato su tematiche di integrazione sociale e tutto questo denunciato tramite la fotografia, sceneggiatura e video; il macro argomento di fatti si chiama  "notifica di cambiamento, l'evento sulla comunicazione sociale". 

Tra tutti e 3 i seminari che erano stati proposti a me e alla mia classe io ho scelto il primo, quello sulla fotografia poichè tra i differenti argomenti quello che mi incuriosiva maggiormente era proprio questo, mi chiedevo come fosse possibile riempire una sola fotografia di significato e come un'immagine possa trasmettere e suscitare così tante emozioni e pensieri.

Durante la prima sessione, quella introduttiva tenuta su youtube ci è stato spiegato che questo progetto dura ormai dal 2019 con una collaborazione tra la IUSVE ed Emercency (un'associazione umanitaria fondata nel 1994 per portare aiuto alle vittime delle guerre e della povertà).

Sempre nella parte introduttiva su youtube la giornalista documentarista  Laura Silvia Battaglia ha letto un suo scritto commentandolo in seguito e concludendo il discorso con dei ricordi di viaggi in medio oriente, mi ha toccato particolarmente il momento in cui parlava di questo suo viaggio per documentare la presenza di questo mal essere nei paesi di guerra, un racconto su questo bambino sui 3 anni ma che sembrava averne molti meno per quanto era debole piccolo e denutrito che morì davanti ai suoi occhi.

In seguito la parola passò alla presidentessa di Emergency: Rossella Miccio che parlò in modo più specifico di come l'organizzazione che dirige può cambiare veramente le cose denunciando con immensa sofferenza la povertà la disperazione e disgregazione sociale che portano la guerra. 

In fine parlò Emanuele di Giorgio: dalla casa editrice Tenué che ha ideato, sempre in collaborazione con Emergency, un bando di concorso per le scuole che con il tempo diede vita al progetto "i colori di una nuova vita".

Siamo poi usciti dal seminario introduttivo su youtube per passare a zoom ed entrare nello specifico negli argomenti che più ci interessavano; come già vi ho detto in precedenza io ho scelto quello sulla fotografia che era tenuto in prevalenza dal fotografo e documentarista Simone Cerio, vincitore di numerosi premi; egli ha cominciato subito col farci vedere tramite la modalità di condivisione schermo dei suoi lavori e delle sue raccolte fotografiche, tra queste c'erano dei lavori eseguiti all'interno di una comunità LGBT e il rapporto di questa con la chiesa, un album fotografico sulla sessualità vissuta da ragazzi e ragazze che per i loro problemi fisici non hanno l'opportunità di sperimentare la propria sessualità poichè impediti fisicamente in questo, un'altro dei suoi grandi lavori fotografici è intitolato "when the others go away" dalla ambientazione angusta, in ospedale documentando le vittime di guerra. Un'altro suo lavoro, più recente, è quello eseguito per documentare la reazione della comunità cattolica alla chiusura dei luoghi di culto. 

Un'altra parte molto interessante è stata quella della testimonianza molto toccante di un ragazzo proveniente dalla Costa d'Avorio: Mamadou Kouassi che oggi ha 37 anni, ci ha impiegato 3 anni per arrivare quì in Italia; il suo viaggio è stato interrotto un paio di volte per diversi motivi che lo hanno bloccato in diversi paesi, ma egli non mollò, fa molto riflettere come per una persona benestante che non scappa da nessuna guerra ci basti qualche ora per raggiungere il suo paese d'origine, mentre lui ben 3 anni ci ha impiegato a raggiungere noi. 

Egli infatti scappò dalla Costa d'Avorio per scappare dalla guerra e quando riuscì ad arrivare quì in Italia si trovava comunque in una situazione precaria poichè sprovvisto di un permesso di soggiorno, si appassionò al tema dell'immigrazione fino a diventare un attivita alchè nessuno debba passare ciò che lui ha dovuto fare per vivere senza il terrore della guerra. 

le fonti che ho consultato per eseguire questo post sono:

Sito di Emergency

Sito di Tunuè

sito di Simone Cerio


Tra tutti gli interventi ascoltati oggi, quello che maggiormente mi ha colpito è stata la testimonianza di Mamadou Kouassi, penso che sentire queste storie sia maggiormente toccante nel momento in cui le racconta chi le ha vissute in persona, trovo siano piene di significato purezza e disperazione, sono cose che io sulla mia pelle per fortuna non ho mai vissuto e sentire una persona che ha dovuto passare tutto questo e pensare che migliaia di persone in questo momento sono nella sua stessa situazione di 12 anni fà mi suscita una grande gratitudine per essere nata in un paese fuori dalla guerra. 


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